
Attività del Neuropsicologo
Diversi sono i campi di applicazione per le attività del neuropsicologo: diagnostico, clinico, sperimentale e riabilitativo.
L’esame neuropsicologico ha come scopo la valutazione delle funzioni cognitive (ad es. memoria, linguaggio, attenzione, etc...) e comportamentali e la loro correlazione con un danno cerebrale focale o diffuso.
Lo Psicologo Neuropsicologo pianifica, esegue e valuta gli interventi terapeutici adeguati, che vanno decisi dopo un’esaustiva valutazione neuropsicologica. Ciò consente al neuropsicologo di essere parte di un processo diagnostico come figura fortemente caratterizzata nelle competenze ed in grado di implementare, in collaborazione con altre figure professionali, un trattamento globale ed integrato.
Si occupa di:
1. VALUTAZIONE
La valutazione neuropsicologica ha come obiettivo di identificare, descrivere e quantificare i deficit cognitivi e comportamentali acquisiti dopo una lesione o disfunzione cerebrale. Il neuropsicologo clinico perciò deve saper raccogliere informazionI sulla storia clinica neuropsicologica del paziente, selezionare i test e le tecniche di misura adeguate, somministrarli, interpretarli, fare una diagnosi, pianificare il trattamento, scrivere la relazione finale e dare la restituzione.
Inoltre deve:
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contribuire ad una diagnosi differenziale
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delimitare e quantificare le funzioni danneggiate e preservate
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valutare l’efficacia terapeutica a seguito di specifici interventi chirurgici, farmacologici o psicologici
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valutare le conseguenze dei deficit cognitivi sulla vita sociale lavorativa del paziente, anche ai fini dell’accertamento medico legale
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valutare lo stato cognitivo per la formulazione di strategie riabilitative e di intervento
2. TRATTAMENTO
Si compone di due parti:
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la riabilitazione neuropsicologica: serve per ottimizzare il recupero delle abilità cognitive danneggiate (l’attenzione, il linguaggio, la comunicazione verbale non verbale, le azioni, la percezione, la memoria, le capacità visuo-spaziale, il ragionamento, le funzioni esecutive, le emozioni e il comportamento), facilitare le strategie che permettono di compensare i deficit e di migliorare la capacità d’adattamento del paziente. Il trattamento si occupa anche dei disturbi del comportamento ed emozionali.
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la stimolazione neuropsicologica: esercita le abilità preservate e ha come obiettivo di mantenere l’autonomia del paziente il più a lungo possibile.
3. SUPPORTO PER I PAZIENTI, I FAMILIARI E GLI OPERATORI SANITARI E SOCIALI
Il neuropsicologo deve comunicare la diagnosi, la prognosi e l’orientamento terapeutico.
Informare riguardo alle implicazioni dei deficit in ambito neuropsicologico sulle attività della vita quotidiana.
Supportare i familiari, fornendo un aiuto nel trovare i percorsi più idonei per gestire le problematiche che riguardano tutti i componenti del nucleo parentale.
Fornire indicazioni per agevolare il reinserimento socio/scolastico/lavorativo/occupazionale.
Fare educazione sociale rispetto ai disturbi neuropsicologici.
4. RICERCA
In ambito neuropsicologico sia sui soggetti sani che patologici.
5. INSEGNAMENTO
Rivolto a psicologi, medici e alle altre figure coinvolte nel processo di cura dei soggetti, della neuropsicologia e delle sue implicazioni nelle attività della vita quotidiana dei pazienti.